Bonifica ex-Acna, sale lo scontento: «Ennesimo smacco per questa città»
Residenti arrabbiati alla notizia dell'ipotesi di abbattimento del filare di tigli, dopo la eliminazione totale di verde e arbusti spontanei

Marco Molinari
10 giugno 2025|15 giorni fa

I tigli dell'area ex-Acna, scorticati per le operazioni di bonifica - © Libertà/Marco Molinari
«Scempio», «Scandaloso», «E' una vergogna», «E' l'ennesimo smacco per questa città». Sono le parole che si sentono ripetere più spesso in questi giorni tra i residenti della zona che gravita attorno all'area della ex-Acna, oggetto di una operazione di bonifica ritenuta dai più eccessivamente invasiva e devastante. Non solo ai danni del patrimonio verde, che in decenni di abbandono aveva ripreso possesso della vasta superficie dopo l'abbattimento dei corpi di fabbrica avvenuto una quindicina di anni fa, ma anche per l'avifauna costretta a forzata migrazione alla ricerca di una nuova casa.
«Sono alquanto indignata per il disboscamento dell'area, che compromette l'importante ecosistema di una zona della nostra città - scrive una residente appartenente al gruppo di vicinato -. È stato raso al suolo tutto o quasi, incuranti anche del benessere di quei poveri animali che vivevano in quell'area. Piacenza è una delle città più inquinate d'Europa e il Comune cosa fa? Sempre più parcheggi e sempre più abbattimenti di alberi».
E' solo uno dei commenti scaturiti ieri, lunedì 9 giugno, alla notizia che il filare di otto tigli, inizialmente risparmiato dalle ruspe, probabilmente nei prossimi giorni subirà la stessa sorte di tutti gli altri alberi e arbusti. La speranza che almeno quelle piante d'alto fusto potessero sopravvivere aveva preso forma durante l'incontro di marzo, in cui i rappresentanti del Comune avevano dato la disponibilità a valutare la possibilità di mantenerli. Speranza, che da una prima verifica effettuata sembrava fosse possibile, e che ora starebbe per dissolversi.
«Resta un enorme dispiacere perché tutto quel filare era il simbolo di un'area boscata cresciuta naturalmente e che per almeno quindici anni aveva svolto un importante servizio ecosistemico per il quartiere, sia per la presenza di avifauna che per la mitigazione della temperatura estiva - è un altro commento -. Sembrava logico ed opportuno mantenere alcune delle piante presenti».
«Stiamo ancora lavorando per cercare di mantenere i tigli - spiega in mattinata l'assessore Matteo Bongiorni -, ma la difficoltà è di natura tecnica. Il rischio è che ricoprire l'area intorno ai fusti degli alberi con uno strato di terra possa soffocarne le radici. Stiamo cercando soluzioni e nel pomeriggio avremo maggiori certezze».
«Bisogna tenere presente che il progetto tecnico di bonifica è a cura di Arpae, sul quale il Comune non ha discrezionalità - prosegue Bongiorni - e che una operazione di bonifica come quella per l'ex-Acna prevede la pulizia totale di un'area abbandonata da 40 anni».
Con ragionevole certezza, quindi la stessa sorte capiterà al boschetto, piccola oasi di verde e di ombra, al momento non ancora aggredito dalle ruspe, situato sulla estremità ovest dell'area, dietro al Vittorio Emanuele.

Il progetto di riqualificazione dell'area ex-Acna
Il progetto, ancora in via di definizione e raccontato alla popolazione dall'amministrazione comunale il 6 marzo scorso, aveva suscitato perplessità sia per l'abbattimento del verde esistente, sia per la collocazione della via di accesso al parcheggio e dell'area camper, ritenute eccessivamente a ridosso della striscia di abitazioni che affacciano su via San Bartolomeo e che si troverebbero quindi imbrigliate dall'asfalto sia sul fronte che sul retro. Altro motivo di scetticismo tra i residenti era la scelta di posizionare l'accesso stradale in corrispondenza del vecchio ingresso della fabbrica di vernici, convogliando tutto il traffico in entrata al parcheggio - e parte di quello in uscita - in viale Tramello. Unica soluzione possibile, secondo il Comune, per il quale l'ipotesi di creare un varco di entrata e uscita all'inizio del viale, in corrispondenza del retro del Vittorio Emanuele, era da considerarsi impensabile a causa dei vincoli imposti dalla Soprintendenza alle Belle arti.
La bonifica, che prevede la rimozione di uno strato di terra inquinata con la sostituzione di terreno buono su una parte dell'area, è partita a metà maggio; sulla parte restante è prevista la posa di un telo (senza rimozione di terreno sottostante) che verrà ricoperto con nuovo terreno.
«Un progetto importante alla cui realizzazione si lega l'attenzione costante prioritaria al tema della sicurezza ambientale - si legge sul sito del Comune di Piacenza -. La successiva fase di riqualificazione, per la quale le opere in corso sono determinanti, darà attuazione al recupero funzionale dell'area che vedrà, tra i suoi elementi caratterizzanti, la parte prevalente del sito a verde e la realizzazione di un parcheggio per circa 300 posti auto». I lavori di bonifica, con i relativi collaudi, termineranno entro marzo 2026.
Nelle prossime settimane - probabilmente giovedì 26 giugno - è previsto un nuovo incontro tra la popolazione e l'amministrazione comunale, durante il quale dovrebbero essere illustrate le possibili varianti al progetto iniziale per quanto riguarda la collocazione della strada di accesso e dell'area camper. Ma non sarà più possibile ridare vita agli arbusti e agli alberi abbattuti.