Memoria cellulare e obesità: le cellule adipose “ricordano”

Gli ultimi studi in merito

Paola Miretta
5 giugno 2025|20 giorni fa
Memoria cellulare e obesità: le cellule adipose “ricordano”
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Nuove evidenze scientifiche suggeriscono che le cellule adipose avrebbero memoria delle loro condizioni passate, così come dice il Dott. Peter Attia, guru della medicina della longevità, nel suo articolo intitolato “Do fat cells “remember” obesity even after weight loss?”.
Chiunque abbia perso una quantità significativa di peso concorda nel sostenere che la fase di mantenimento è più ardua della fase di dimagrimento. Anche con abitudini disciplinate e una forte motivazione, il corpo sembra opporsi al cambiamento e succede spesso che chi ha perso peso dopo poco riprenda i kg persi.
Un nuovo studio sembra aver trovato la risposta a questo fatto, suggerendo che le cellule adipose conservano “memoria” molecolare dell’obesità, molto tempo dopo aver perso peso. I media e la comunicazione di massa hanno interpretato questa scoperta come una giustificazione all’incapacità di molti di perdere peso ma la questione è più complessa. Mentre la ricerca offre approfondimenti cruciali su come la biologia può influenzare la salute metabolica, un esame più attento rivela che rimangono alcune domande irrisolte.
L’obesità nelle nostre molecole 
Hinte
e al. si sono chiesti se l’obesità lasciasse un’impronta biologica, non cambiando il DNA stesso, ma attraverso modifiche epigenetiche - cambiamenti molecolari che alterano il modo in cui vengono espressi i geni del DNA. I loro risultati rivelano che l’obesità potrebbe condizionare le cellule adipose interferendo  con la perdita di peso sul lungo periodo.
Nel loro studio, questi scienziati hanno analizzato l’espressione genica in campioni di tessuto adiposo prelevati da individui con grave obesità, che avevano subito una chirurgia bariatrica e avevano mantenuto almeno una riduzione del 25% dell’IMC due anni dopo la procedura. Hanno confrontato l’espressione genica di questi campioni con campioni prelevati dai partecipanti prima della perdita di peso, indotta dall’intervento chirurgico, nonché con campioni ottenuti da soggetti magri e mai stati obesi. I risultati sono sorprendenti: le cellule adipose (adipociti) degli individui precedentemente obesi hanno continuato a comportarsi in modo anomalo anche due anni dopo la perdita di peso. 
Nei campioni di tessuto adiposo sia pre che post-perdita di peso, i processi relativi al metabolismo e alla funzionalità degli adipociti si esprimono di meno, mentre quelli relativi alla fibrosi e alla morte cellulare si esprimono di più rispetto a quello che accade nei soggetti non obesi. In altre parole, alcune disregolazioni nell’espressione genica associate all’obesità non si risolvono con la perdita di peso, poiché le cellule si comportano come se “ricordassero” di essere obese.
Per andare più a fondo negli anfratti molecolari di questa “memoria”, Hinte ha condotto ulteriori esperimenti sui topi. L’aumento di peso è stato indotto nei topi adulti nutrendoli con una dieta ricca di grassi per un periodo di 12 o 25 settimane, dopo di che i topi sono passati a una dieta standard, con conseguente perdita di peso. Come controllo, gruppi separati di topi sono stati nutriti continuamente con cibo standard per rimanere magri durante l’esperimento. Anche dopo che i topi sottoposti a una dieta ad alto contenuto di grassi sono tornati a un peso sano, le cellule adipose hanno mantenuto i marcatori epigenetici legati all’infiammazione e alla compromissione dello stoccaggio del grasso, simile al fenotipo riscontrabile nei campioni umani
La convergenza dei dati ricavati dagli esperimenti sui ratti e da quelli condotti sugli umani suggerisce che gli adipociti conservano effettivamente molte caratteristiche epigenetiche del fenotipo obeso. Ma quali sono le conseguenze pratiche di questo tipo di “memoria” dell’obesità?
I disturbi dell’adipogenesi possono portare a un accumulo di grasso disfunzionale, con lipidi che si riversano nei tessuti non adiposi (come fegato o muscoli) e creano un ambiente infiammatorio che spesso precede la malattia metabolica.
Presi insieme, questi risultati suggeriscono che l’obesità imprime una firma molecolare duratura nel tessuto adiposo. Anche dopo la perdita di peso, questi cambiamenti persistono e possono predisporre il corpo a rispondere in modo più aggressivo alla futura esposizione a una dieta ad alto contenuto di grassi o ad alto contenuto calorico, preparando il corpo per lo stoccaggio metabolicamente malsano dei grassi.

È questa “memoria” che causa il recupero di peso?
Nonostante si sia dimostrato che le cellule adipose possiedono una “memoria” per l’obesità, questi dati non mostrano che il recupero di peso sia attribuibile ai cambiamenti epigenetici all’interno delle cellule adipose stesse. Questo studio suggerisce che il tessuto adiposo in individui precedentemente obesi mantiene un fenotipo pro-infiammatorio e metabolicamente alterato. Quindi, il fatto che le cellule adipose abbiano memoria dell’obesità pregressa non spiega completamente perché le persone riacquistano peso. Questo evento spiegherebbe perché gli individui precedentemente obesi rimangono più vulnerabili alle malattie metaboliche, anche dopo aver mantenuto la perdita di peso.
Altre domande rimangono senza risposta: i dati umani provenivano da individui che erano sufficientemente obesi da meritare la chirurgia bariatrica e sono diminuiti dell’IMC di almeno il 25%, ma si verificano cambiamenti molecolari simili con una perdita di peso meno drammatica? I cambiamenti epigenetici continuano a tempo indeterminato o le cellule grasse potrebbero alla fine “dimenticare” il loro passato?
La perdita di peso è comunque salutare 
A prima vista, la scoperta che la riduzione del peso non riesce a invertire varie caratteristiche patologiche dell’obesità può far sembrare senza speranza qualsiasi sforzo di perdita di peso. Le cellule adipose potrebbero conservare una memoria molecolare, ma questo è ben lungi dall’indicare che la perdita di peso non ha numerosi e profondi benefici per la salute e il benessere. In effetti, anche la possibilità [ancora non testata] che questi cambiamenti epigenetici possano aumentare il rischio di recupero del peso dovrebbe rafforzare, non diminuire, il tuo impegno a raggiungere e mantenere un peso sano.