I giochi da tavolo sul grande schermo: le trasposizioni cinematografiche più assurde

Dal musical sentimentale al thriller apocalittico passando per cult e commedie italiane

Carlo Chericoni
18 maggio 2025|38 giorni fa
I giochi da tavolo sul grande schermo: le trasposizioni cinematografiche più assurde
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Il legame tra cinema e giochi da tavolo affonda le radici molto più indietro di quanto si pensi. Già negli anni ‘30 iniziarono a comparire i primi titoli ispirati ai film d’animazione Disney, segnando l’inizio di una relazione tra le due forme d’intrattenimento che, pur con alti e bassi, non si è mai realmente interrotta.
Tra gli anni ‘50 e inizio nuovo secolo, l’attenzione dell’industria del gioco da tavolo si spostò in gran parte verso la televisione, tra sitcom, telefilm e cartoni animati. Sebbene ciò abbia comportato una diminuzione dei progetti legati al grande schermo, non sono comunque mancati titoli sorprendenti, dedicati a lungometraggi che pochi avrebbero immaginato potersi trasformare in board game.
Iniziamo questo breve viaggio tra le ispirazioni cinematografiche più insolite con un titolo tutto italiano: Yuppi Du. Il film, ideato, diretto e interpretato da Adriano Celentano, fu un solido successo nella stagione cinematografica 1974/75 e raccontava la storia di un povero pescatore veneziano vedovo che si risposa, solo per scoprire che la prima moglie è ancora viva. Nonostante un tono vagamente onirico e delle tematiche adulte, il gioco da tavolo che ne derivò aveva la classica struttura “tira e muovi” arricchita da elementi surreali come la Rana Pazzoide, il dado da corsa, il buco bianco, il buco nero, lo smog e altre stranezze. Tutto era parte di un progetto davvero pionieristico per l’epoca: creare una sinergia tra cinema, musica e gioco. Fu infatti lo stesso Celentano a promuoverlo in televisione, presentandolo come parte integrante di un’esperienza che si estendeva attraverso diverse forme d’intrattenimento.
L’esistenza di questo titolo appare ancor più singolare se si considera che all’epoca nessuno pensò di realizzare giochi da tavolo ispirati a produzioni ben più popolari come Lo chiamavano Trinità… o Fantozzi.
Anche oltreoceano non mancano esempi di film che, pur sembrando poco adatti a una trasposizione ludica, sono stati trasformati in board game, come nel caso del gioco di Via col vento (Gone With The Wind) , uscito nel 1993 ovvero ben 54 anni dopo la pellicola. L’impostazione ricordava quella del Trivial Pursuit: i giocatori si muovevano su un tabellone rispondendo a domande sul film. La vera particolarità, però, erano le carte con i quesiti, che potevano essere utilizzate anche come tradizionali mazzi con i classici semi francesi sostituiti dai volti dei protagonisti: Scarlett, Rhett, Mammy e Ashley. La confezione prometteva otto modalità di gioco diverse, anche se nessuna risultava davvero coinvolgente o coerente con il tema della pellicola vincitrice di 8 Premi Oscar.
Nella stessa linea di omaggi a grandi classici si inserisce anche il Trivia Game del 1998 dedicato a La vita è meravigliosa di Frank Capra, in cui l’obiettivo è guidare il protagonista lungo le tappe fondamentali della sua esistenza, collezionando cinque carte dedicate ad amici e familiari, oltre a una da 8.000 dollari.
Un altro titolo vincitore del premio Oscar e difficilmente immaginabile in formato ludico è La Stangata (The Sting), celebre film del 1973 con Paul Newman e Robert Redford. La versione da tavolo propone una meccanica vagamente ispirata a Monopoly, ma con un approccio più subdolo: i giocatori tentano di truffarsi a vicenda, spingendo gli avversari ad acquistare proprietà che potrebbero non esistere. Pur essendo un titolo ufficiale, sorprende l’assenza di qualsiasi riferimento visivo agli attori protagonisti.
Nel 2001 arriva Left Behind: The Movie – The Board Game Adventure, legato al film conosciuto in Italia come Prima dell’apocalisse. Ambientato nei giorni che precedono la fine del mondo, racconta di un’umanità in gran parte rapita in cielo per unirsi a Dio, mentre i pochi superstiti rimasti sulla Terra sono chiamati a collaborare per affrontare l’avvento del male. Il gioco si articola in due fasi: nella prima si risponde a domande sul film per raccogliere dei token, utili nella seconda fase, in cui i giocatori uniscono le forze per sconfiggere l’Anticristo. Se sulla carta l’idea può sembrare avvincente, nella pratica tutto si riduce al semplice lancio di dadi, sperando di atterrare sulla stessa casella del nemico o che lui non finisca su una occupata da un giocatore.
Anche Dirty Dancing, con la sua trama romantica e i celebri numeri di danza, sembrava tutt’altro che adatto a una trasposizione ludica. Eppure, nel 2008 è stato lanciato un gioco ufficiale in cui i partecipanti si muovono su un tabellone affrontando sfide a tema: dalla conoscenza della trama alle coreografie, fino a quiz sugli attori e la colonna sonora.
Decisamente più teatrale è The Rocky Horror Show Game, pubblicato nel 2023 da University Games per celebrare i 50 anni dallo spettacolo musicale che nel 1975 diventò anche un film cult. Questo party game propone un’esperienza altamente interattiva: i giocatori devono cantare, recitare frasi celebri e impersonare i personaggi in una serie di mini-sfide. Un titolo insolito nella produzione moderna, pensato per feste tra fan della pellicola più che per giocatori tradizionali
Infine, Fight Club: The Home Game, pubblicato nel 2018 da Mondo Games, offre una sfida a due ispirata all’iconico film di David Fincher. Un giocatore interpreta il Narratore, l’altro Tyler Durden: due personalità in lotta nella stessa mente. Gli avversari costruiscono i propri mazzi di carte e compiono azioni opposte: il Narratore accumula oggetti e cerca stabilità, Tyler sabota e distrugge le risorse, cercando il caos. Da un film ricco di violenza e messaggi anti-sistema, nasce un titolo sorprendente e intelligente che invece di soffermarsi sugli scontri fisici, preferisce la lotta interiore del protagonista trasformandola in un duello psicologico.
Che si tratti di musical romantici, thriller apocalittici o vincitori di Premi Oscar, il gioco da tavolo sembra non avere confini. A volte il risultato è sorprendente, più spesso semplicemente bizzarro. Ma una cosa è certa: se un film è diventato un cult o ha un minimo di potere nostalgico, prima o poi qualcuno proverà a trasformarlo in un gioco in scatola. E non sempre con buone intenzioni.