Barbra Streisand, un nuovo album di duetti con Bob Dylan, Sting e Paul McCartney

Esce il 27 giugno "The Secret of Life Partners: Volume Two"

Eleonora Bagarotti
Eleonora Bagarotti
19 giugno 2025|6 giorni fa
Barbra Streisand in concerto a Londra nel 2019
Barbra Streisand in concerto a Londra nel 2019
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Non c’è niente di più “trasversale”, e quindi anche “rock”, in una carriera dritta e fulgida (per merito, non per fortuna) come quella di Barbra Streisand. A dimostrarlo ci sarà, a breve, il suo nuovo album: “The Secret of Life: Partners, Volume two”, in uscita il 27 giugno per Columbia Records / Sony Music. Si tratta della seconda puntata di un progetto di duetti della Streisand, che stavolta duetta con alcune tra le più grandi star del pop e rock mondiale: Paul McCartney, Bob Dylan, James Taylor, Sting... e già basterebbero e avanzerebbero, non fosse altro che all’elenco si aggiungono Hozier (il primo singolo “The first time ever I saw your face” è stato realizzato con lui), Sam Smith, Seal, Josh Groban e, direttamente dal Country, Tim McGraw; dall’universo jazz Laufey quindi - per finire - un trio formato dalla stessa Barbra con Mariah Carey e Ariana Grande. Il titolo dell’album è ispirato a una foto scattata dalla nuora della Streisand, Kathryn Boyd Brolin, che l’ha immortalata mentre, con un’espressione piena di gioia, guardava le sue nipotine giocare.
«Ho sempre adorato cantare insieme ad artisti pieni di talento». Così ha dichiarato Barbra, che ha da poco compiuto 83 anni. «Sono per me di ispirazione in modi diversi e unici... e rendono il nostro tempo insieme in studio un momento di gioia! Il mio nuovo album mi ha dato la possibilità di lavorare e suonare con alcuni dei miei vecchi amici, colleghi e nuovi artisti. Li ammiro tutti... e spero vi piacerà ascoltare le nostre collaborazioni quanto a me è piaciuto registrarle insieme a loro».
La copertina dell'album
La copertina dell'album

Del resto, Barbra Streisand - che resta la più grande cantante in ambito “pop” vivente mai esistita - è stata protagonista di duetti molto celebri, a partire da quello con il suo idolo giovanile, Judy Garland (cercatele su Youtube in “Happy days are here again”...), e poi con Neil Diamond (la struggente “You don’t bring me flowers”), Barry Gibb dei Bee Gees (la hit “Guilty”), Kris Kristofferson (la “Evergreen” del film “A star is born”, prequel di quello interpretato da Lady Gaga e Bradley Cooper), Donna Summer (“No more tears - Enoug is Enough”, celeberrimo brano prodotto da Giorgio Moroder, con Bryan Adams (“I finally found someone”, splendida sigla finale del film “L’amore ha due facce”) e con Celine Dion (“Tell him”), tra gli altri.
Veniamo a noi, a questa pagina monografica che le dedichiamo. Barbra Streisand è un mito assoluto, non solo come cantante e attrice, ma anche come regista: avrebbe dovuto vincere l’Oscar con Yentl”, se non fosse che l’Academy, in quegli anni, preferiva i registi maschi ed inoltre Barbra, a dispetto del suo talento riconosciuto, era nota per il suo carattere dispotico, poco propenso a farsi “comandare” da altri producer. Insomma, quell’Oscar (meritatissimo) non è mai arrivato e forse anche per questo motivo lei ci è ancora più simpatica.
Con Mandy Patinkin in "Yentl"
Con Mandy Patinkin in "Yentl"
Negli anni seguenti, il suo percorso artistico e, soprattutto, l’attivismo (con le marce a favore dei diritti LGBTQ+ e la fondazione di un ospedale per la ricerca sui problemi cardiaci delle donne a Los Angeles), è stato ampiamente riconosciuto. Basti citare l’American Film Institute Life Achievement Award e il Kennedy Center Honors, oltre a medaglie dal presidente neoeletto Bill Clinton (in quel momento si vociferava una loro liason...) e, successivamente, da Obama. Infine, la Légion d’Honneur francese.
Legatissima al figlio Jason Gould (figlio dell’attore Elliott, il suo primo marito), Streisand si è risposata felicemente con l’attore James Brolin (il bello ed elegante direttore dei telefilm “Hotel”). Di recente, ha donato fondi per esaminare alcune questioni cruciali del nostro tempo: fake news, cambiamento climatico, pari opportunità e impatto dell’arte sulla cultura. Insomma, se non esistesse Barbra Streisand bisognerebbe inventarla.
Mancava solo un nuovo album. Finalmente, sta per arrivare.
La copertina dell'autobiografia "My name is Barbra"
La copertina dell'autobiografia "My name is Barbra"
L'AUTOBIOGRAFIA: UNA VITA INTERA IN MILLE PAGINE, DALLA BAMBINA ORFANA CHE TUTTI SCANSANO ALL'ARTISTA DI MAGGIOR TALENTO E SUCCESSO
S’intitola, semplicemente, “My name is Barbra” l’autobiografia costata 25 anni di scrittura, in cui la Streisand racconta la sua incredibile ascesa artistica ma anche le difficoltà, le offese, gli incontri, i film, la musica e tanto, tantissimo altro.
Parte, naturalmente, dall’inizio Barbra. La scopriamo “segnata” per sempre da un’assenza che lei rimpiangerà ma, nello stesso tempo, richiamerà in molti suoi lavori: quella paterna. Il papà di Barbra muore pochi mesi dopo la sua nascita. L’autobiografia, lungi dall’assumere un tono “colpevolista” nei confronti della madre, inizia però con il descrivere gli abusi psicologici del patrigno, che non sopporta quella bambina scalmanata e con un nasone che sta crescendo ogni giorno di più. Brutte esperienze, che infine assumono una forma luminosa di coraggio: Barbra, poco più che adolescente, fugge da casa.
Con Robert Redford in "Come eravamo"
Con Robert Redford in "Come eravamo"
Il sogno è Hollywood. Ma gli inizi sono molto modesti - lo erano anche in famiglia (forse la madre si è risposata nell’illusione di dare un tetto sicuro alle due figlie) - ma quando lei si fa le ossa nei locali gay dei quartieri malfamati, dove però tutti restano estasiati da quel pulcino dal viso inconsueto che ha una voce che si sente dal Bronx fino a Staten Island, la gavetta è tosta. La sua fortuna, in quel momento, è fare la maschera in un cinema: la questione non è solo racimolare qualche dollaro, ma poter vedere i film per i quali, altrimenti, non potrebbe permettersi il biglietto.
Tanto è difficile sintetizzare l’autobiografia della Streisand (le pagine sono quasi mille - a quando in Italia?), quanto è doveroso soffermarsi su quegli inizi che l’hanno resa subito forte, autonoma, combattiva. Dal primo sgabuzzino (letteralmente)senza finestre né bagno affittato pur di vivere a Manhattan si arriva alla convivenza con il giovane aspirante attore Elliott Gould, che sposerà e dal quale avrà l’unico figlio Jason. Tanti gli amori, da Andre Agassi a Don Johnson (e un flirt con quasi ogni partner cinematografico: Ryan O’Neal, Robert Redford, Kris Kristofferson...) e i trionfi (il primo, definitivo, in “Funny girl” di Willian Wyler del 1968, e subito segue “Hello, Dolly” al fianco di LouIs Armstrong).
Con il marito James Brolin
Con il marito James Brolin
C’erano già gli album a consacrarla (The Barbra Streisand Album è del 1963) e Broadway, ma il sogno della Streisand rimane il grande schermo. Che lei, non a caso, come si suol dire “buca”. La ricordiamo in moltissime commedie, ma anche in ruoli drammatici (“Il principe delle maree”, da lei anche diretto nel 1991). In rarissimi concerti (in uno degli ultimi, a Londra nel 2019, con una voce strabiliante - senza autotune o altri “aiutini”).
Pagina dopo pagina, si approda all’amore definitivo: James Brolin, incontrato nel 1996 e sposato due anni dopo. Non meno importante: il libro è, indirettamente, femminista. Tutte le ragazze dovrebbero leggerlo. Specialmente quelle che si sentono imperfette e non riescono ancora a inquadrare la propria unicità in un progetto di realizzazione personale.