Eugenio Finardi: «Nel nuovo album le riflessioni importanti di uno che è al suo terzo giro di giostra»
"Tutto" contiene 11 inediti e un brano in cui canta la figlia Francesca. Presto in tour

Eleonora Bagarotti
22 maggio 2025|34 giorni fa

Cinquant’anni di palcoscenico e non sentirli. Così definiremmo Eugenio Finardi, anche se lui, in realtà, dice di sentirli con la saggezza di chi è arrivato «al terzo giro di giostra». Grande amico di Piacenza, con alle spalle numerosi concerti per i più importanti festival della nostra provincia, nel segno di quella che è ormai divenuta una consolidata amicizia con organizzatori e musicisti locali (da Davide Rossi di Fedro alla cantautrice Annie Barbazza e al produttore Max Marchini). Ma anche la visione internazionale, il sangue per metà americano che scorre nelle vene, questione di «indole e riferimenti».

Eccolo, Eugenio Finardi, che questo mezzo secolo lo festeggia con l’uscita di un nuovo album, presentato a Milano, circondato più da amici che da giornalisti, sicuramente tutti appassionati della sua musica, ma anche della sua contagiosa esuberanza. Lo abbiamo visto tutti, a Le Iene, mentre, a dispetto dei suoi anni, prende le parti della «musica che piace ai giovani» che, «da sempre, i vecchi non capiscono». Ed è giusto così. Eugenio che se ne va, alla fine, “rappando” con tutto il corpo. Perché sì, il cuore di un rocker non invecchia mai.«A 72 anni “Tutto” è il titolo che meglio descrive l’insieme di cose a cui si pensa, quelle che contano veramente... si capisce di essere un piccolissimo granello di una danza immensa e c’è la spinta a comprendere il senso».Come sempre, i brani (11 inediti) del nuovo album sono intrisi di ritmo, chitarre e grande spiritualità. Quest’ultima si palesa quando affronta temi politici e sociali: “Ormai s’è capito che /non esistono gli Extraterrestri /che ci vengono a salvare. /Ormai la mia unica speranza /è nell’Intelligenza Artificiale”, canta citando se stesso in “Futuro”.
E come vede il futuro, Finardi, a 72 anni?
«Parlo di un futuro lontano in cui la tecnologia ci aiuterà a salvarci. La mia urgenza è il pianeta: è palese che stia per accadere qualcosa di inevitabile. Siamo ancora alle lotte di condominio quando basterebbe mettersi d’accordo per piantare milioni di alberi per salvare la Terra... ma non voglio prendere posizione, non mi interessa. Gli anni della gioventù sono stati quelli dell’impegno e nella musica, non solo nella mia, ci sono stati messaggi importanti, però rimasti inascoltati».
«Parlo di un futuro lontano in cui la tecnologia ci aiuterà a salvarci. La mia urgenza è il pianeta: è palese che stia per accadere qualcosa di inevitabile. Siamo ancora alle lotte di condominio quando basterebbe mettersi d’accordo per piantare milioni di alberi per salvare la Terra... ma non voglio prendere posizione, non mi interessa. Gli anni della gioventù sono stati quelli dell’impegno e nella musica, non solo nella mia, ci sono stati messaggi importanti, però rimasti inascoltati».

Il suo affondo sul mondo dei social è nettissimo.
«Ribadisco che il livello di discussione dei social, oggi, è quello dell’“homo homini lupus”. C’è un senso di rimozione, dovremmo vergognarci di ciò che lasciamo ai figli».
«Ribadisco che il livello di discussione dei social, oggi, è quello dell’“homo homini lupus”. C’è un senso di rimozione, dovremmo vergognarci di ciò che lasciamo ai figli».
A proposito di figli: che papà è?
«Sicuramente amorevole. Mia figlia Francesca (in arte Pixel), canta in “Francesca sogna” e ho dedicato ai miei figli tante canzoni (una, nell’album, s’intitola “La battaglia”, in cui Eugenio canta che sono i figli che oggi insegnano ai genitori, riferendosi sia a Francesca che a Emanuele). A Elettra, che ha la sindrome di down, ho dedicato “Le ragazze di Osaka” e “Amore diverso”».
«Sicuramente amorevole. Mia figlia Francesca (in arte Pixel), canta in “Francesca sogna” e ho dedicato ai miei figli tante canzoni (una, nell’album, s’intitola “La battaglia”, in cui Eugenio canta che sono i figli che oggi insegnano ai genitori, riferendosi sia a Francesca che a Emanuele). A Elettra, che ha la sindrome di down, ho dedicato “Le ragazze di Osaka” e “Amore diverso”».
Come sta Elettra?
«Bene, ha scelto di vivere in comunità. Per noi è stato difficile, ma è circondata da amici “come lei”. Ama molto la musica. Conosce le mie canzoni a memoria. Questo mi fa un sacco piacere».
«Bene, ha scelto di vivere in comunità. Per noi è stato difficile, ma è circondata da amici “come lei”. Ama molto la musica. Conosce le mie canzoni a memoria. Questo mi fa un sacco piacere».
Un bilancio di questi 50 anni di carriera?
«Ci sono stati errori e delusioni, ma anche momenti bellissimi. Non mi aspetto che il mio album piaccia ai giovani, ma va bene lo stesso».
«Ci sono stati errori e delusioni, ma anche momenti bellissimi. Non mi aspetto che il mio album piaccia ai giovani, ma va bene lo stesso».
Un tour, però, è all’orizzonte. Sarà il pubblico a decidere, non crede?
«Come sempre. Ho voglia di mettermi in sintonia, ancora una volta, con il pubblico. Non voglio più che un extraterrestre mi porti via. Sono arrivato fino a qui. Ed è giusto giocarsela sino in fondo».
«Come sempre. Ho voglia di mettermi in sintonia, ancora una volta, con il pubblico. Non voglio più che un extraterrestre mi porti via. Sono arrivato fino a qui. Ed è giusto giocarsela sino in fondo».