Fentanyl, la molecola del diavolo
Il podcast di Biagio Simonetta, prodotto dal Sole24Ore, riguarda anche Piacenza
Claudia Labati
1 giugno 2025|24 giorni fa

L’ultima puntata mi ha tenuta incollata alle cuffie fino all’ultimo secondo. “Fentanyl, la molecola del diavolo” non è solo un fenomeno americano lontano da noi: questo podcast ci coinvolge direttamente, portandoci fino a Piacenza e alle dinamiche che hanno toccato anche la nostra città. Un’approfondita inchiesta del Sole24Ore, condotta dal rigoroso e appassionato Biagio Simonetta, scava nelle radici di un’epidemia tanto devastante quanto silenziosa che sta mietendo vittime quotidianamente e trasformando le strade americane in film dell’orrore popolati da persone ridotte a ombre di sé stesse.
Al centro di tutto c’è il Fentanyl, un antidolorifico oppiaceo sintetico che ha intrappolato centinaia di migliaia di americani in una spirale di dipendenza letale. Uno scenario dove si intrecciano tragedie sociali e umane alla cui origine ci sono interessi criminali ed economici globali. Le prime due puntate ci offrono un quadro dettagliato e inquietante della situazione attuale spiegando le dinamiche che hanno portato alla prescrizione massiccia di Fentanyl negli Stati Uniti. Il podcast si apre con una morte eccellente: la leggenda musicale Prince viene trovato morto nell’ascensore di casa sua, ucciso da un’overdose. Di cosa? Di Fentanyl, che il cantante assumeva in dosi massicce probabilmente inconsapevole, per sopportare fortissimi dolori alle anche. Bellissime le interviste che arricchiscono il podcast, a Francesco Costa, direttore del Post e profondo conoscitore dell’America, a tossicologi e medici oltreché magistrati in prima linea in questa lotta. Nelle puntate seguenti, il podcast ci conduce nei meandri del crimine organizzato legato alla produzione e al traffico di questa sostanza, seguendone le tracce dalla Cina fino a Piacenza. Non voglio svelare nessun dettaglio della puntata finale, ma scoprirete molto di più sul traffico internazionale che ha visto la nostra città protagonista di scambi commerciali di “libri al Fentanyl” e ingenti quantità di denaro.
La vera domanda che il podcast si pone è: ma se domani la dipendenza da oppiacei arrivasse anche qui (posto che non si sia già insinuata), ci faremo trovare pronti o dovremo aspettare che la molecola del diavolo mieta silenziosamente le sue vittime?
Consigliatissimo per chi ama il giornalismo d’inchiesta e in particolare i fenomeni sociali americani.
Al centro di tutto c’è il Fentanyl, un antidolorifico oppiaceo sintetico che ha intrappolato centinaia di migliaia di americani in una spirale di dipendenza letale. Uno scenario dove si intrecciano tragedie sociali e umane alla cui origine ci sono interessi criminali ed economici globali. Le prime due puntate ci offrono un quadro dettagliato e inquietante della situazione attuale spiegando le dinamiche che hanno portato alla prescrizione massiccia di Fentanyl negli Stati Uniti. Il podcast si apre con una morte eccellente: la leggenda musicale Prince viene trovato morto nell’ascensore di casa sua, ucciso da un’overdose. Di cosa? Di Fentanyl, che il cantante assumeva in dosi massicce probabilmente inconsapevole, per sopportare fortissimi dolori alle anche. Bellissime le interviste che arricchiscono il podcast, a Francesco Costa, direttore del Post e profondo conoscitore dell’America, a tossicologi e medici oltreché magistrati in prima linea in questa lotta. Nelle puntate seguenti, il podcast ci conduce nei meandri del crimine organizzato legato alla produzione e al traffico di questa sostanza, seguendone le tracce dalla Cina fino a Piacenza. Non voglio svelare nessun dettaglio della puntata finale, ma scoprirete molto di più sul traffico internazionale che ha visto la nostra città protagonista di scambi commerciali di “libri al Fentanyl” e ingenti quantità di denaro.
La vera domanda che il podcast si pone è: ma se domani la dipendenza da oppiacei arrivasse anche qui (posto che non si sia già insinuata), ci faremo trovare pronti o dovremo aspettare che la molecola del diavolo mieta silenziosamente le sue vittime?
Consigliatissimo per chi ama il giornalismo d’inchiesta e in particolare i fenomeni sociali americani.

IL CASO
Novembre 2023: la Guardia di Finanza di Piacenza, in collaborazione con la DEA statunitense, sgomina un’organizzazione internazionale di traffico di stupefacenti con l’operazione “Painkiller”.
Al centro delle indagini Giancarlo Miserotti, piacentino di 51 anni, già noto alle forze dell’ordine per falsificazione di valuta. Miserotti, soprannominato “Karl”, era riuscito a creare una rete di traffico che collegava Cina, Italia e Stati Uniti. L’uomo aveva trasformato la sua attività di falsario in un business parallelo ancora più redditizio: il traffico di Fentanyl, l’oppiaceo sintetico cento volte più potente della morfina.
Il sistema escogitato era di ingegnosa semplicità. Considerato che nelle carceri americane potevano entrare solo libri stampati negli Stati Uniti, Miserotti si faceva spedire diversi volumi americani a Piacenza. Alcune pagine venivano impregnate di sostanza stupefacente e i libri venivano rispediti in USA per poter entrare nel circuito carcerario, dove la droga veniva estratta e spacciata.La destinazione finale era il carcere di Cleveland, Ohio, dove operava il braccio americano dell’organizzazione. Gli investigatori hanno calcolato circa 100mila dosi confezionate per le singole consumazioni, pagate con criptovalute.
Dalle indagini è emerso che Miserotti fosse in grado di indicare ai fornitori cinesi l’esatto dosaggio della sostanza, dimostrando competenze chimiche acquisite da autodidatta. L’uomo rischia l’estradizione negli Stati Uniti, dove gravano su di lui pesanti accuse legate al traffico di droga, alla falsificazione di valuta e alla morte di un giovane per overdose.
L’operazione ha portato all’arresto di 18 persone: 7 in Italia e 11 negli Stati Uniti.
Al centro delle indagini Giancarlo Miserotti, piacentino di 51 anni, già noto alle forze dell’ordine per falsificazione di valuta. Miserotti, soprannominato “Karl”, era riuscito a creare una rete di traffico che collegava Cina, Italia e Stati Uniti. L’uomo aveva trasformato la sua attività di falsario in un business parallelo ancora più redditizio: il traffico di Fentanyl, l’oppiaceo sintetico cento volte più potente della morfina.
Il sistema escogitato era di ingegnosa semplicità. Considerato che nelle carceri americane potevano entrare solo libri stampati negli Stati Uniti, Miserotti si faceva spedire diversi volumi americani a Piacenza. Alcune pagine venivano impregnate di sostanza stupefacente e i libri venivano rispediti in USA per poter entrare nel circuito carcerario, dove la droga veniva estratta e spacciata.La destinazione finale era il carcere di Cleveland, Ohio, dove operava il braccio americano dell’organizzazione. Gli investigatori hanno calcolato circa 100mila dosi confezionate per le singole consumazioni, pagate con criptovalute.
Dalle indagini è emerso che Miserotti fosse in grado di indicare ai fornitori cinesi l’esatto dosaggio della sostanza, dimostrando competenze chimiche acquisite da autodidatta. L’uomo rischia l’estradizione negli Stati Uniti, dove gravano su di lui pesanti accuse legate al traffico di droga, alla falsificazione di valuta e alla morte di un giovane per overdose.
L’operazione ha portato all’arresto di 18 persone: 7 in Italia e 11 negli Stati Uniti.