La Promessa. Atleti traditi

Il podcast di RaiRadioUno, produzione originale RaiPlaySound, curato da Michela Mancini

Claudia Labati
22 giugno 2025|3 giorni fa
La Promessa. Atleti traditi
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Il sottotitolo ci dà un forte indizio: Atleti traditi. Quasi un ossimoro, atleta è sinonimo di fairplay ed etica sportiva che fa a pugni con il tradimento. L’ascolto di questo podcast di Rai Radio Uno- produzione original RaiPlaySound , arriva come un pugno nello stomaco: la giornalista e podcaster Michela Mancini, da me molto apprezzata, indaga e narra le storie di abusi su giovani atleti in tre discipline diverse: ginnastica ritmica, basket, equitazione. Le vittime sono adolescenti o addirittura bambine che, inseguendo un sogno, si trovano ad essere psicologicamente e fisicamente violentate, tradendo quella innata fiducia che famiglie e atleti ripongono negli allenatori.
La narrazione di Mancini è tanto precisa quanto coinvolgente: attraverso testimonianze dirette e ricostruzione accurata dei fatti, riesce a dare voce a chi per troppo spaventato è rimasto in silenzio, mantenendo sempre equilibrio tra rigore giornalistico e sensibilità umana.
La prima storia riguarda lo scandalo della ginnastica ritmica che travolse la Federginnastica. Le denunce di maltrattamenti arrivarono dopo anni di vessazioni, allenamenti estenuanti, minacce psicologiche che provocarono dipendenza tra allenatrice e atlete (le famose Farfalle) fino al controllo maniacale del peso. Le conseguenze devastanti sono ancora visibili in tante di loro che hanno abbandonato quello che era il loro unico sogno.
In Italia giustizia sportiva e civile non vanno a braccetto: risultato, nessun controllo o peggio un protrarsi infinito di situazioni segnalate. È ciò che successe nelle società di basket umbra e romana dove fu ingaggiato l’allenatore pedofilo Paolo Traino.
Il terzo episodio, lo ammetto, è il più duro: ascoltiamo l’inimmaginabile, fa male, capiamo come questi ragazzini sono stati non solo abusati, ma traditi nei loro sogni. Poi arriva la nausea quando capiamo che il delinquente recidivo si muoveva tranquillamente come rispettato allenatore in prestigiosi club del centro Italia. Come è stato possibile che le società mettessero un pedofilo recidivo ad allenare ragazzini? Nel maneggio del terzo episodio, l’omertà distrugge bimbe piccole e famiglie che ancora oggi ne subiscono le conseguenze.
In una società altamente performante come la nostra, dove l’agonismo sportivo sembra “necessario” fin dalla tenera età, è possibile che non ci siano meccanismi di controllo più rigidi da parte di Federazioni e società? L’analisi di Michela Mancini ci svela che no, non ci sono ancora volontà univoche in questo senso. Il mondo dello sport giovanile dovrebbe essere il posto più sicuro del mondo, non una tana di lupi mannari.
Giustizia Ordinaria vs Giustizia Sportiva
· Giustizia sportiva: ha una funzione regolativa e disciplinare interna al mondo sportivo, volta a tutelare il corretto svolgimento delle competizioni e il rispetto delle norme federali.
· Giustizia ordinaria: ha una funzione giurisdizionale e generale, applica le leggi dello Stato e tutela diritti e interessi delle persone nella società.
Organi competenti
· Giustizia sportiva: è esercitata da organi federali (es. Procura federale, Tribunale federale, Corte d’appello sportiva, ecc.) e, al vertice, dal Collegio di Garanzia del CONI.
· Giustizia ordinaria: è affidata a magistrature dello Stato (tribunali civili, penali, amministrativi), composte da giudici ordinari.
Fonti normative
· Giustizia sportiva: si basa su statuti e regolamenti interni delle federazioni e del CONI, che disciplinano il comportamento di atleti, dirigenti, società, ecc.
· Giustizia ordinaria: si basa su leggi statali, Costituzione, codici (penale, civile, procedura, ecc.).
Tempi e procedura
· Giustizia sportiva: procedure generalmente più rapide, spesso semplificate, con tempi contingentati per tutelare la celerità delle competizioni.
· Giustizia ordinaria: procedimenti più lunghi e complessi, con garanzie processuali piene (es. contraddittorio, diritto alla difesa, appelli multipli).
Principio del doppio binario
· Una stessa vicenda (es. illecito sportivo o reato) può dar luogo sia a un procedimento sportivo sia a uno ordinario. Le due giustizie sono autonome e possono arrivare a decisioni diverse.
Limiti all’intervento della giustizia ordinaria
· Gli atleti, dirigenti o società devono esaurire i gradi della giustizia sportiva prima di rivolgersi al giudice ordinario (principio dell’“autonomia dell’ordinamento sportivo”).
· Esistono però eccezioni, soprattutto per diritti soggettivi inviolabili (es. diritto al lavoro, onorabilità, risarcimenti economici).