Dal Big Ball alla Champions: «Ai ragazzi chiediamo creatività»
Il Paris Saint Germain ha brillato anche al torneo giovanile di Borgonovo

Michele Rancati
4 giugno 2025|21 giorni fa

Theo Gontrand, allenatore del Psg che ha partecipato al Bib Ball di Borgonovo riservato ai classe 2015
La squadra con l’età media più bassa di tutta la competizione ha vinto la Champions League: il Paris Saint Germain.
I ragazzi del 2015 e i loro allenatori hanno seguito la finale contro l’Inter sul maxischermo allestito sabato sera al campo Curtoni in occasione del Big Ball, il torneo di calcio giovanile che ha vissuto un’edizione memorabile.
Gioia, orgoglio e la sottile speranza tra i bambini parigini di poter un giorno vivere un momento così indimenticabile da protagonisti. «È giusto che possano sognare - commenta il loro mister, Theo Gontrand - ma a noi spetta anche il compito di tenerli con i piedi per terra e di far passare a loro e alle famiglie il messaggio più importante a questa età: giocate a calcio per divertirvi. Poi chi è bravo emergerà, ma a 10 anni non devono avere pressioni e soprattutto devono avere la possibilità di esprimere sé stessi».
Un punto, quest’ultimo, sui cui l’allenatore transalpino insiste molto: «Se dovessi dire il primo punto su cui si basa la filosofia del Psg nel settore giovanile sarebbe: creatività. Naturalmente guardiamo anche alla tecnica, ma vogliamo capire fin da subito chi ha il carattere giusto per poter dare qualcosa in più in campo. Fino alle categorie agonistiche non si parla di tattica e non si spinge sull’aspetto della preparazione fisica, lasciamo i ragazzi liberi di giocare, dribblare, provare la giocata.Credo che nella finale di Champions questo sia uno degli elementi che abbia fatto la differenza a nostro favore».
Naturalmente ci sono regole da rispettare: «Ma questo dovrebbe valere in ogni squadra, non solo da noi o negli altri top club. Guardiamo molto al comportamento dei nostri tesserati dentro e fuori dal campo, curiamo la loro crescita personale, cerchiamo di intercettare eventuali problemi e ci preoccupiamo anche abbiano un buon rendimento scolastico».
I genitori vi danno problemi? «Nelle categorie di base direi di no - risponde mister Gontrand - anche perché noi cerchiamo di fare giocare sempre tutti coloro che sono in rosa. Ovviamente qualche singola lamentela può capitare, ma si risolve tutto con il dialogo, spiegando che progetto educativo e sportivo abbiamo per i loro figli».
I ragazzi del 2015 e i loro allenatori hanno seguito la finale contro l’Inter sul maxischermo allestito sabato sera al campo Curtoni in occasione del Big Ball, il torneo di calcio giovanile che ha vissuto un’edizione memorabile.
Gioia, orgoglio e la sottile speranza tra i bambini parigini di poter un giorno vivere un momento così indimenticabile da protagonisti. «È giusto che possano sognare - commenta il loro mister, Theo Gontrand - ma a noi spetta anche il compito di tenerli con i piedi per terra e di far passare a loro e alle famiglie il messaggio più importante a questa età: giocate a calcio per divertirvi. Poi chi è bravo emergerà, ma a 10 anni non devono avere pressioni e soprattutto devono avere la possibilità di esprimere sé stessi».
Un punto, quest’ultimo, sui cui l’allenatore transalpino insiste molto: «Se dovessi dire il primo punto su cui si basa la filosofia del Psg nel settore giovanile sarebbe: creatività. Naturalmente guardiamo anche alla tecnica, ma vogliamo capire fin da subito chi ha il carattere giusto per poter dare qualcosa in più in campo. Fino alle categorie agonistiche non si parla di tattica e non si spinge sull’aspetto della preparazione fisica, lasciamo i ragazzi liberi di giocare, dribblare, provare la giocata.Credo che nella finale di Champions questo sia uno degli elementi che abbia fatto la differenza a nostro favore».
Naturalmente ci sono regole da rispettare: «Ma questo dovrebbe valere in ogni squadra, non solo da noi o negli altri top club. Guardiamo molto al comportamento dei nostri tesserati dentro e fuori dal campo, curiamo la loro crescita personale, cerchiamo di intercettare eventuali problemi e ci preoccupiamo anche abbiano un buon rendimento scolastico».
I genitori vi danno problemi? «Nelle categorie di base direi di no - risponde mister Gontrand - anche perché noi cerchiamo di fare giocare sempre tutti coloro che sono in rosa. Ovviamente qualche singola lamentela può capitare, ma si risolve tutto con il dialogo, spiegando che progetto educativo e sportivo abbiamo per i loro figli».