A padre Romano Segalini il Premio Solidarietà per la Vita Santa Maria del Monte

Alta Val Tidone, cerimonia di consegna domenica 29 giugno con il prefetto Ponta e il vescovo emerito Ambrosio

Redazione Online
18 giugno 2025|7 giorni fa
L’attestato e il premio verranno consegnati domenica 29 al Santuario di Santa Maria del Monte nei pressi di Tassara
L’attestato e il premio verranno consegnati domenica 29 al Santuario di Santa Maria del Monte nei pressi di Tassara
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E’ stato attribuito a padre Romano Segalini, missionario della congregazione dei Comboniani del Cuore di Gesù nato a Rivergaro e podenzanese d’adozione, il Premio Solidarietà per la Vita Santa Maria del Monte - organizzato dalla Banca di Piacenza e giunto alla 35 ͣ edizione - finalizzato a riconoscere atti e comportamenti di solidarietà umana per la promozione e la difesa della vita. L’attestato e il premio previsti verranno consegnati dal Prefetto domenica 29 (l’ultima di giugno, come tradizione) al Santuario di Santa Maria del Monte, nel comune di Alta Val Tidone, alla presenza del Vescovo emerito mons. Gianni Ambrosio, che alle 18 celebrerà una Messa solenne.
Lo ha deciso all’unanimità la Commissione giudicatrice riunita in Prefettura sotto la presidenza del Prefetto Paolo Ponta - presente il capo di Gabinetto Claudio Giordano - e composta dal presidente della Banca di Piacenza Giuseppe Nenna - presente anche Lorella Calza del Coordinamento Relazioni - da don Giuseppe Basini, vicario generale e rettore del Santuario del Monte, da Franco Albertini, sindaco di Alta Val Tidone, accompagnato dall’assessore Giovanni Dotti, e da Paola Farroni, ispettrice provinciale delle infermiere volontarie della Croce Rossa.
Questa la motivazione: fin dal 1976 padre Romano Segalini opera come missionario comboniano nel nord-ovest del Congo, un’area a lungo presa di mira dai ribelli della vicina Uganda che con le loro truppe hanno devastato villaggi, rapito donne e bambini, ucciso senza pietà. Lo stesso missionario piacentino ha rischiato la vita, ma non ha mai voluto abbandonare quella che considera la sua gente. Padre Romano è partito ogni volta da aree in cui non esisteva nulla, lasciandole poi dotate di ospedali, scuole di ogni ordine e grado, chiese e centri educativi affidati a personale locale appositamente istruito. Nonostante le precarie condizioni di salute e l’avanzare dell’età, padre Romano continua la sua missione in Africa con accanto le persone che lui stesso ha formato.