Un cippo per Livio, morto a 10 anni per colpa di una bomba
Commozione stamattina a Travo, all'incrocio per Agliarino, sulla strada che da Bobbiano porta alla Parcellara. «Le guerre fanno vittime anche quando sono finite»
Elisabetta Paraboschi
15 giugno 2025|10 giorni fa

L'inaugurazione del cippo a Livio Merli questa mattina presenti i familiari e le autorità - © Libertà/Elisabetta Paraboschi
«Era il nostro amico e compagno d’infanzia». Livio Merli è sempre quel bambino di dieci anni con cui condividere scuola e giochi nei ricordi di Bruno Cari, ultraottantenne che ha aperto la cerimonia di inaugurazione del cippo per Livio. Il bambino infatti morì ottant’anni fa, il 15 giugno del 1945, a causa di una bomba inesplosa trovata in campo: Livio la trovò e se la mise alla cintola. Quello che accadde lo si può immaginare: Livio morì dopo qualche giorno. Oggi, sulla strada che collega Bobbiano alla Pietra Parcellara, all’incrocio con la via che porta ad Agliarino, è stato inaugurato un cippo che ricorda il bambino: presenti anche il fratello di Livio, Piero, e i due nipoti Alessandro e Andrea, la sindaca di Travo Roberta Valla, il presidente provinciale dell’Anpi Romano Repetti e quello dell’Associazione vittime civili della guerra Ettore Fellegara, il consigliere regionale Lodovico Albasi e il parroco don Giampiero Esopi che ha benedetto il monumento. «Le guerre fanno vittime anche quando sono finite», è stato ricordato dai presenti. Da oggi Livio vive ancora: ma forse non è mai morto perché nel ricordo dei suoi amici è sempre stato più vivo che mai.

Riportiamo l'intervista a Bruno Cari pubblicata da Libertà il 6 giugno.
"Livio oggi avrebbe novant’anni, ma per me resta sempre quel bambino magro magro, eravamo tutti magri dopo la guerra, che giocava con me". Bruno Cari si commuove ancora quando parla del suo amico d’infanzia: Livio Merli è morto il 15 giugno del 1945. Aveva dieci anni, abitava in una frazione di Travo, verso la pietra Parcellara, e su una strada trovò una bomba inesplosa: se la mise alla cintola e quello che avvenne lo si può immaginare. Proprio lì , dove il bambino fu gravemente ferito dallo scoppio (morì qualche giorno dopo per le ferite), verrà inaugurato un cippo. Sarà alla memoria di Livio Merli, voluto dal suo amico Bruno, dal fratello Piero Merli e dall’Anpi provinciale di Piacenza e dalla sezione "Eligio Everri" di Travo. La cerimonia, in programma sulla strada provinciale che collega Travo alla Pietra Parcellara, all’incrocio della strada per Agliarino, è realizzata con il sostegno del Comune di Travo e dell’Associazione vittime civili di guerra di Piacenza e vedrà partecipare appunto Bruno Cari, ma anche il presidente provinciale dell’Anpi Romano Repetti e la sindaca di Travo Roberta Valla. "Livio non l’ho mai dimenticato - spiega Bruno - e in famiglia ne parlavamo perché era un amico di infanzia mio e di mio fratello Mario. Noi abitavamo a Termine Grosso, mentre la famiglia di Livio abitava un po’ più su, ai Ronchetti. Lui era nato nel 1935, aveva proprio l’età di mio fratello e insieme andavano a scuola a Scarniago". Le due famiglie avevano entrambi quattro figli, con età abbastanza ravvicinate: era facile conoscersi e anche giocare assieme. "Quel giorno della tragedia, mio fratello avrebbe dovuto essere con Livio, ma alla fine non è andato - spiega Bruno - doveva andare a pascolare il piccolo gregge di pecore di mia nonna che abitava a Pietra Gallina. Si è salvato così ". Livio invece giocava sulla strada e a un certo punto notò qualcosa di luccicante per terra: era una bomba inesplosa. "Non era una granata - assicura Bruno - lui se l’è messa nella cintura come aveva visto fare da tanti soldati e partigiani durante la guerra. Quella zona era frequentata dai partigiani. Insomma, si mette la bomba alla cintola e quella scoppia. Allora lo abbiamo portato giù dal medico di Travo, ma lui ha detto che non ci poteva far niente perché le ferite erano gravi: all’ospedale di Piacenza hanno provato a curarlo, ma non c’è stato nulla da fare. Alla fine è morto". Oggi Livio è ancora sul suo Appennino: "È sepolto a Bobbiano - spiega Bruno - e suo fratello Piero vive dove abitava la famiglia". Da domenica però Livio in un certo senso sarà ancora lì , su quella strada in cui 80 anni fa ha interrotto il suo cammino di bambino.
