La panchina torna arcobaleno. Zangrandi denuncia i vandali per odio

A Calendasco decine di persone, compresi i piccoli degli asili del paese, si sono trovate al parco giochi con i pennelli e i colori. «Discriminazioni in aumento»

Elisa Malacalza
Elisa Malacalza
22 maggio 2025|35 giorni fa
La panchina torna arcobaleno. Zangrandi denuncia i vandali per odio
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Loro, quelli ripresi dalle telecamere pubbliche: il passamontagna sulla faccia, il volto coperto. Loro: la notte dei vigliacchi, lo spray bianco, il colore che non vuol dire niente, come dire “notte in bianco”, “il foglio bianco”. Loro, gli autori delle scritte indicibili, vicine allo scivolo, lì e non altrove, così che ogni bambino chiedesse alla mamma cosa volesse dire, in nero pece, “Attenzione, pericolo, omosessuali”.
Ci sono loro, e ci sono anche gli altri, però: un paese unito alla luce del sole, con il volto scoperto, da tutte le frazioni di Calendasco. Pennelli alla mano, hanno ricolorato la panchina arcobaleno al parco giochi, e i primi a farlo sono stati i bambini della scuola materna e del nido, con le educatrici, guidati da Tonino Rabaiotti, nato e cresciuto a Calendasco - «Proprio là», indica col dito all’orizzonte. Era stato lui a dipingere la panchina, ci è rimasto più male di tutti quando ha visto che era stata sfregiata, annullata, svuotata, annichilita. Offesa, da quelli con la faccia coperta.
Tonino martedì ha cercato ovunque il sindaco Filippo Zangrandi, lo ha trovato in una riunione a Castelsangiovanni, e gli ha chiesto solo una cosa: “Riprendo in mano i colori?”. Sì, Tonino, li riprendiamo tutti, insieme, gli ha detto il sindaco, che sabato sarà in fascia tricolore al Piacenza Pride. «Noi siamo un paese piccolo ma che sa reagire», dice Zangrandi. «L’arcobaleno, come mi ha suggerito un signore di San Nicolò, è quel che tiene insieme tutti i colori diversi, senza che si dividano. Così è la nostra società. Il cuore delle persone va oltre ogni sofferenza, abbraccia tutti. Qui oggi riaffermiamo un principio di libertà, che non è questione di questo o quel partito».
Davide Bastoni di Arcigay Piacenza Lambda dice che questa panchina «è un simbolo piccolo, di un metro e mezzo, ma dal grande significato. Vuol dire che ogni essere umano ha la propria sessualità e va bene così. Non è scontato dirlo. In Italia sono aumentati del 10 per cento gli atti discriminatori, i casi di odio. Noi siamo pronti a ridipingere la panchina ogni volta che sarà necessario. In Italia non ci dev’essere spazio per la discriminazione, e, no, non staremo mai in panchina...».
L’insegnante dell’asilo Elena Antonini è circondata dai “suoi” bambini: ognuno ha un maxi pastello colorato. «Siamo qui perché è stato sfregiato un bene pubblico, in un parco giochi. Siamo qui come comunità», dice convinta.
Arriva anche la solidarietà in una nota di Nicola Curtarelli di Arci, che si somma alle decine e decine ricevute dal sindaco, e c’è Martina Figoni, per le Famiglie Arcobaleno: «Noi siamo qui per riaffermare un messaggio di accoglienza, di speranza. E a chi dice che il Pride non sia un posto per bambini, rispondiamo invitando tutti a venire, sabato».
Ci sono anche i carabinieri di San Nicolò: il sindaco Zangrandi, poche ore prima, è entrato in caserma e ha presentato denuncia. Ha portato i filmati delle telecamere. «Ho denunciato un fatto d’odio. E l’ho fatto a volto scoperto, io».