La Liguria risponde al Comitato, in 110 pagine il no al rilascio in Trebbia

Arrivano i dati sulla “necessità genovese”. Ma secondo altri il fabbisogno ligure sarebbe solo di 5 milioni di metri cubi d’acqua

Elisa Malacalza
Elisa Malacalza
6 giugno 2025|20 giorni fa
La Liguria risponde al Comitato, in 110 pagine il no al rilascio in Trebbia
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All’affollata assemblea pubblica a Bobbio di una settimana fa eravamo arrivati fino a qui: al silenzio della Regione Liguria (settimane diventate mesi) davanti alle richieste di avere dati e documenti per il rinnovo del patto necessario al rilascio d’acqua dalla diga del Brugneto. Ma ora quei dati - per quanto ancora lacunosi ed elaborati da una parte sola, quella genovese - ci sono, contenuti in una relazione di 110 pagine di Ireti Liguria, la quale, per prepararsi al confronto con l’Emilia-Romagna, si è avvalsa (non ora, ma già dal 2024) della collaborazione di studi di ingegneria e consulenti privati chiamati a studiare il caso.
« Assistiti dall’avvocato Umberto Fantigrossi, ci siamo rivolti al difensore civico che ha “costretto” la Liguria a darci quanto richiesto», spiegano Carlo Cerri e Maria Luisa Ballerini del comitato Difesa Valtrebbia. Si tratta sostanzialmente del piano elaborato da Ireti per la gestione idrica della Liguria, di cui l’invaso del Brugneto fa ovviamente parte.
Il documento va letto tenendo conto della presa di posizione dell’Autorità di bacino, che, analizzando gli elementi forniti da Ireti, come già riferito da Libertà a marzo «vanifica il tentativo di ottenere un silenzioso e semplice rinnovo della concessione contestandone i contenuti», precisano dal comitato. «Finalmente, dopo 70 anni, forse ci sono le condizioni per riconoscere e trattare alla pari le esigenze di tutti e due i territori ». Il comitato sta leggendo tutto il non facile dossier: «Da una prima lettura della corposa documentazione emerge, in prima istanza, con evidenza, la volontà del concessionario di non voler riconoscere alcun rilascio d’acqua verso la Valtrebbia », continuano Cerri e Ballerini.
«Si rafforza quindi la nostra idea che, per contrastare i tentativi di penalizzare ulteriormente la Valtrebbia, non serva individuare aprioristicamente ipotetici volumi d’acqua da rilasciare, bensì contestare l’affer -mazione che il sistema idropotabile genovese dipenda assolutamente ed esclusivamente dal Brugneto». Restano parecchie domande, ma almeno due sono quelle urgenti: quanta acqua sia presente mese per mese nell’invaso del Brugneto (questo ancora sembra impossibile saperlo) e quanta acqua dell’invaso venga realmente usata ai fini idropotabili liguri.
«Come ciascuno può capire, di certo ora questo piano di Ireti è tale da chiedere una accelerazione dell’impegno ad avere i dati mancanti. Non vogliamo avere ancora una diga piena e un fiume in secca. Non ci fa paura questa relazione, le carte si stanno scoprendo e la legge è chiara anche a un bambino ». Nella relazione idraulica dello studio Itec, fatto per Ireti e Liguria, si fa riferimento a sperimentazioni con stazioni di campionamento per valutare le condizioni del regime idrologico del Brugneto fino al Trebbia, iniziate già nel 2020, d’intesa con la Regione Liguria: va dato atto che la Liguria, con questo studio, si è mossa per tempo e quindi non si presenterà impreparata all’incontro con l’Emilia-Romagna di lunedì.
Nell’atto si cita una qualità buona dell’ambiente, ma un “rischio alto per lo stato ecologico relativo alla derivazione”. Quindi - si legge, ancora - “la derivazione in esame risulta non rinnovabile”. Viene ricordato che, a detta dei liguri, l’invaso del Brugneto serve un terzo della popolazione di Genova e dodici comuni o località, compresi Recco, Camogli: alla necessità “va aggiunto il rilascio del minimo deflusso vitale”. Quindi, concludendo, tranchant: “La risorsa idrica dell’invaso deve essere fruibile soprattutto per rispondere alle situazioni di improvvisa indisponibilità da parte delle acque fluenti e dei pozzi”, fermo restando - emerge nella relazione che “le perdite idriche reali di rete sono passate dal 35 per cento al 21 per cento” e gli invasi liguri “permettono di stoccare 38,7 milioni di metri cubi d’acqua che potranno diventare quasi 44 con il recupero del lago Badana”. Ma c’è chi, invece, avrebbe pronti altri dati: e questi dimostrerebbero come il fabbisogno idrico della Liguria, nel Brugneto, sia di 5 milioni di metri cubi d’acqua. In una diga che ne stocca almeno 20.