Il testamento di Armani: per l'azienda trattare con Lvmh, L'Oreal, EssiLux

Nel testo lasciato al notaio lo stilista ha indicato di lasciare la totalità delle azioni alla Fondazione Armani, che dovrà cedere il controllo a un grande gruppo o, come piano B, quotarlo in Borsa

Redazione Economia
|2 mesi fa
Ansa | Giorgio Armani e il frontespizio del suo testamento
Ansa | Giorgio Armani e il frontespizio del suo testamento
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Dopo la morte di Giorgio Armani, il futuro del gruppo difficilmente sarà quello di un’impresa autonoma. Nei due testamenti che Giorgio Armani aveva consegnato in busta sigillata allo studio milanese del notaio Elena Terrenghi il 15 marzo e il 5 aprile di quest’anno lo stilista ha definito i passaggi per la sua Giorgio Armani Spa, società che ha chiuso il 2024 con 2,3 miliardi di euro di fatturato e 51,6 milioni di utile.
La totalità delle azioni passerà alla Fondazione Giorgio Armani: il 10% come proprietà di diretta e il 90% in nuda proprietà, con l’usufrutto assegnato al compagno Pantaleo Dell’Orco, alla sorella Rossana e ai tre nipoti: Silvana e Roberta, figlie del defunto fratello Sergio, e Andrea Camerana, figlio di Rosanna. Dell’Orco resta la figura centrale dell’azienda: avrà il 40% dei diritti di voto, mentre la Fondazione ha il 30% e i nipoti Silvana e Andrea il 15% a testa.
Starà a loro indirizzare il gruppo verso una nuova proprietà. Nel testamento Armani ha imposto alla Fondazione di cedere il controllo dell’azienda a un grande gruppo della moda. Lo stilista ha indicato di trattare con i francesi di Lvmh - Louis Vuitton Moët Hennessy, EssilorLuxottica o L’Oreal: chiede di arrivare a un accordo entro 12 mesi o al massimo entro 18 per la cessione del 15% delle azioni, per poi procedere con la vendita di un altro 30% entro 3-5 anni. In assenza di un successo delle trattative, partirebbe il “piano B” della quotazione in Borsa della società «tra cinque o al massimo otto anni».
Armani ha lasciato anche indicazioni operative: nel testamento prescrive «la gestione delle attività in modo etico, con integrità morale e di correttezza», «la ricerca di uno stile essenziale, moderno, elegante e non ostentato»; «l'attenzione all'innovazione, eccellenza, qualità e ricercatezza di prodotto».
Le proprietà dello stilista – compresa la società L’Immobiliare Srl che controlla ville e appartamenti tra i Caraibi, Saint Tropez e Pantelleria – sono poi divise tra i famigliari, con l’usufrutto di gran parte degli immobili, compreso il palazzo in via Borgonuovo a Milano, che va a Dell’Orco.