"Troppi motociclisti folli, sulla "45" non vado più"

Un appassionato di moto, con il suo gruppo di amici, ha deciso di stare lontano dalla statale della Valtrebbia nei fine settimana. Troppo pericolo, sembra una pista da gara

Marcello Tassi
Marcello Tassi
2 giugno 2025|24 giorni fa
Troppi motociclisti sulla Statale 45- © Libertà/Pietro Zangrandi
Troppi motociclisti sulla Statale 45- © Libertà/Pietro Zangrandi
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Sono in sella alla mia moto. Il fresco della primavera inoltrata (quasi estate) mi fa il solletico sotto la giacca, le curve si susseguono come morbide onde grigie e la bellezza della Val Trebbia – una valle che conosco da quando sono nato – mi sorride. È un incedere che sa di libertà, di vita piena. Ma dura poco. Mi sorpassa un lungo serpentone di moto, gomme calde, ginocchia a terra, sguardi nascosti dentro caschi aerografati. Sembrano sul Mugello, non su una strada statale. Sono un motociclista, da anni.
Proprio per questo motivo, io e il mio gruppo abbiamo deciso di evitare la Val Trebbia nei fine settimana. Troppa follia. Troppa incoscienza. Troppa gente che scambia la strada per una pista. Alcuni arrivano da fuori, non conoscono le curve, ma le affrontano come se fossero in gara. Non c'è prudenza, non c'è rispetto per la vita propria e altrui. 
Nelle ultime due settimane, nella nostra provincia, sono morti quattro motociclisti. Quattro. Due erano ragazzi giovanissimi. Eppure, nonostante i fiori e le fotografie lungo il ciglio della strada continuino ad aumentare, il copione si ripete: sorpassi azzardati, velocità fuori controllo, sfide tra amici a chi apre di più il gas. Capisco l’ebbrezza, la conosco bene. Ma la strada non è il posto per provarla.
Un piccolo errore in curva, a 60 all’ora, può farti cadere. A 140, può ucciderti. Essere motociclisti dovrebbe significare avere una sensibilità diversa per l’asfalto, per il paesaggio, per la vita. Non essere i teppisti della domenica. Le curve vanno godute, non bruciate. Chi vuole correre, lo faccia in pista. La Val Trebbia, così come tutti gli altri meravigliosi tracciati della nostra provincia, merita di essere attraversata con rispetto. Per la strada. Per chi la percorre. Per chi non c’è più.