Addio a Jim Lovell, l'astronauta romantico dell'Apollo 13 che rinunciò alla Luna

Comandò la missione del celebre "Houston, abbiamo un problema" che ispirò anche il film di Ron Howard con Tom Hanks

Antonio Lo Campo
|3 mesi fa
Reuters | Jim Lovell
Reuters | Jim Lovell
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«La frase “Houston abbiamo avuto un problema” fu pronunciata dapprima da Jack Swigert, che ebbe il compito di rimescolare i serbatoi dell’ossigeno liquido. Un operazione normale, che non ci destava la minima preoccupazione. E poi fu ripetuta da Jim, che dopo il botto si precipitò anch’egli alla postazione accanto a Jack. Ci volle un po’ per capire cosa era successo, eravamo confusi». Fred Haise, oggi 91 anni, era il pilota del modulo lunare di quella storica missione che la Nasa definì un “fallimento di successo”. E sarebbe dovuto scendere sulla Luna, tra le sabbie seleniche, il 14 aprile 1970, nella regione di Fra Mauro, dal nome del monaco camaldolese di origini veneziane. Ma quel botto annullò il sogno suo e di James Arthur Lovell, deceduto giovedì scorso all’età di 97 anni nell’Illinois.La Nasa lo ricorda con parole di grande stima e valore. «La sua vita e il suo lavoro hanno ispirato milioni di persone nel corso dei decenni. Il carattere e il coraggio incrollabile di Jim hanno aiutato la nostra nazione a raggiungere la Luna e hanno trasformato una potenziale tragedia in un successo dal quale abbiamo imparato moltissimo. Piangiamo la sua scomparsa, ma allo stesso tempo celebriamo i suoi successi», si legge nel comunicato dell’agenzia statunitense.
«Noto per il suo spirito, questo indimenticabile astronauta è stato soprannominato Smilin’ Jim dai suoi colleghi astronauti perché era pronto a sorridere quando aveva una risposta particolarmente divertente; incarnava la risoluzione audace e l’ottimismo degli esploratori del passato e del futuro e lo ricorderemo per sempre», questo il commiato a quello che è stato a tutti gli effetti un eroe nazionale. «Dalle due missioni pionieristiche Gemini ai successi dell’Apollo, Jim ha aiutato la nostra nazione a tracciare un percorso storico nello spazio che ci porterà alle prossime missioni Artemis sulla Luna e oltre», commenta la Nasa in una nota.
Lovell ed Haise, e con loro Ken Mattingly come pilota del modulo di comando, erano destinati ad Apollo 14. Ma poi, per dare più tempo ad Alan Shepard di addestrarsi alla complessa e rischiosa impresa di sbarco lunare, essendo rientrato nei ranghi dopo sei anni fuori rotazione, i capi del Programma Apollo chiesero a Lovell se lui e il suo equipaggio potevano accettare di passare dal 14 al 13, e Shepard con i suoi dal 13 al 14.“Certamente!”, fu la risposta di Lovell. Che così si apprestava al suo quarto volo spaziale in soli quattro anni e mezzo. E soli 16 mesi dopo aver visto la Luna dagli oblò dell’Apollo 8, in cui era pilota della navicella spaziale, ammirando la storica immagine del sorgere della Terra dall’orizzonte lunare: «Quando ci giri attorno, hai troppa curiosità di scendere giù , è inevitabile», disse una volta Lovell.
«Peccato sia il 13», disse Marylin, la moglie di Lovell, appena saputa la notizia che il marito avrebbe anticipato di sei mesi il viaggio alla Luna, ricordando che negli Usa il 13 è un numero che è considerato portasfortuna, al punto tale che in molti Hotel si salta dal 12 al 14. «Perché il 13? Perché viene dopo il 12 e prima del 14», rispose Jim. E alla faccia della scaramanzia, Apollo 13 partì da Cape Kennedy alle 13.13 ora di Houston.
Lovell era diventato astronauta nel 1962, con un curriculum straordinario di pilota collaudatore della Us Navy, con il secondo team di astronauti leggendari NASA, tra i quali Neil Armstrong. I suoi quattro voli spaziali, Gemini 7, Gemini 12, Apollo 8 e Apollo 13, sono tutte missioni storiche per diverse ragioni. E per Jim, un record. Le due missioni Apollo catturarono l’attenzione del mondo. Nel 1968, la missione Apollo 8 con Lovell, Frank Borman e William Anders fu la prima a uscire dall’orbita terrestre e a orbitare attorno alla Luna. Anche se non poterono atterrare, anticiparono gli Stati Uniti nella corsa allo spazio rispetto all’Unione Sovietica. Prese anche parte agli equipaggi di riserva (e quindi addestrandosi) delle missioni Gemini 4 e come backup per Nei Armstrong in Apollo 11.La grande impresa di salvataggio però arrivò durante la drammatica missione Apollo 13 nell’aprile 1970. Lovell avrebbe dovuto essere il quinto uomo a camminare sulla Luna, ma l’esplosione improvvisa di un serbatoio d’ossigeno sul modulo di servizio mise a rischio la vita sua e dei suoi compagni. Per quattro giorni passarono in condizioni difficili e anguste all’interno del modulo lunare usato come scialuppa di salvataggio. Nel 1994 scrisse con Jeff Kluger Lost Moon, la storia di Apollo 13, da cui fu tratto il film. Gestì per anni un ristorante vicino a Chicago, "Lovell’s of Lake Forest". Sua moglie Marilyn è morta nel 2023. Gli sopravvivono quattro figli.
Le ragioni anagrafiche hanno ormai ridotto a ben pochi gli astronauti delle imprese lunari ancora in vita. Tra coloro (24) che hanno compiuto la traversata Terra Luna e ritorno sono rimasti in vita solo Haise (91 anni), e poi i quattro ancora in vita tra coloro che hanno camminato sulla Luna (12 dei 24): Charles Duke (Apollo 16, 89 anni), Harrison Schmitt (Apollo 17 - 90 anni), David Scott (Apollo 15 - 93 anni) e Buzz Aldrin (Apollo 11 - 95 anni).